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quando egli ha molto mangiato, e che ’I suo ventre
è bene satollo, e li cacciatori lo cacciano, egli gitta fuori tutto il suo pasto ’, per deliberarsi del suo corpo. E così sovente ^ fa egli, quand’egli ha troppo mangiato, per sanità del suo corpo ^ e non mangia l’altro dì né poco né molto. E non mangia carne che sia di bestia stata morta da un dì innanzi.
E ’’ quando egli va di notte per procacciare sua vivanda ed alcuno lupo lo ^ sente, sì gli va dietro muggiando, facendogli noia; e se ’l leone gli puote porre mano, per ninno modo non l’uccide però, ma rompegli le gambe, e scompiscialo per fargli più onta.
E sappiate, che ’l leone giace con la femina a rivescio come fa il lupo cerviere, e come il camello, e come il leofante, e l’unicorno, e come il tigre. Lo leone ingenera la prima volta cinque figliuoli; ma la fierezza ch’elli hanno nell’unghie e ne’ denti, sì guasta la matrice della loro madre,
1) Il suo pasto, altra glossa di Bono. E nel ms. Vis. Il t: il vomist tout.
2) Mutato si fa, in sovente fa, col t: fait il savent. II ms. Vis. altresì.
3) Del suo corpo, manca al t: por sa santé. È nel ms. Vis.
4) E quando egli va di notte ecc. Tutto questo capoverso manca al t. È nel ms. Vis.
5) Ag-giunto hipo, col ms. Vis.