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scorpione gli fa gran male se il fìede, ed eziandio

Io veleno del serpente l’uccide. E quegli che non volse, che nessuna cosa sia senza contrario, volle bene, il leone, ch’è forte e orgoglioso sopra tutte lo cose, e per la sua fierezza uccide la preda ciascuno dì, trovasse cosa che is()rezza la sua grande crudeltade, onde non ha podere che si defenda. Oltre ciò è malato tre dì della settimana di malattia si come di febbre, che molto abbassa lo suo orgoglio ’. Ma nientemeno natura gì’ insegna mangiare lo sugo ^, che ’l guarisce delle sue malattie.

1) Le istampe fanno le fiche al buon senso: e quegli che non Volse non manca al ms. Vis.) che nessuna cosa sii (rx\s. Y is. fosse) senza contrario, volle bene. Il leone (ms: Vis. che il le’ine) ch’è f irte e orgogli so sofra liitte le cose, e per la sua f erezza ( il ms. Vis. grande fierezza ) è sì fetido ciascun dì (il ms. \’is. è ferito tutto giorno e seguisse le cose che spezza la sua grande fit rezza ecc) che ispezza la sua grande crudeltade, onde non ha pudere che si difenda, onde perciò (il ms. Vis. oltra ciò) è maialo tre dì della settimana di malattia sì come di febbre, che molto abbassa lo suo orgoglio. Kmpiute le lacune, corretta la lezione, e l’interpunzione, col t: cil qìd ne so fri pas que nule chose fusi sanz contraire, vjlt bien ^ue lions qui est orguilleus et fors sor toutes choses qui empeschasscnt sa r.ruaut^, dont il n’ a pooir qu’il s’en despesche. El outre ce est il malades aussi comme de fièvres ioz les III jors de la semaine, qui molt amenuisset son pooir, et son orgueil.

2) Il t: la si(/ve. colla variante rifive di cbie eodici.