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Capitolo XXXVII.

Del cuculo, e di sua viltade.

Cuculo è uno uccello di colore e di grandezza di simiglianza di sparviere, salvo che è piti lungo, ed ha il becco teso, ed è sì nigligente e sì pigro, che eziandio le sue uova non vuole covare. E quando viene il tempo di fare le sue uova, egli va al nido d’un piccolo uccello che ha nome scerpafolea ’ che de’ maggiori ha paura, e bee uno de’ suoi uovi, e favvi entro uno de’ suoi in quel cambio. Ed in questo modo pone le sue uova, e così ha li suoi figliuoli che non vi dura fatica.

E sappiate, che ’l cuculo non canta di state, poi che le cicale cominciano loro canto, che lo odiano molto, che quando le cicale l’odono cantare, incontanente vanno ov’ egli è, ed entrangli sotto l’ali, e non ha podere di levarsile da dosso, e tanto gli fanno noia, mordendogli le suo carni, che non sta in luoiio fermo, anzi va

I Capitoli XXXVIt, XXXVIII, e XXXIX mancano al T. Il Capitolo XXXIX è con piccole varianti nel ms. Vis.

1) La Crusca legg’e sccrpasolca. Correzione del Sorio.