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viene pensare della sua generazione, egli isguarda

in una stella che ha nome Vergilia ’, e quando ella si comincia a levare, egli posa le sue uova, e cuoprele di sabbione, e vassene a procacciare di sua pastura ^ in tal maniera, che mai non se ne ricorda, né poco né molto. Ma il calore del sole, e ’l temperamento dell’aria ^, li fa venire a compimento, che scalda ciò che la madre dee scaldare, tanto che’ suoi pulcini nascono sì grandi che incontanente procacciano lor vita \ 11 padre e la madre loro ^ quando li truova, che dovrebbe lor far bene e nudrirli ’^, egli fa loro male e noia, e fa loro di crudeltà tanto quanto più puote. E sappiate, contro a quelli che dicono che egli è bestia, cioè perch’olii hanno due unghie come lo bestie, elli hanno alo, onde sì fiede e batte se medesimo, come con due sproni, quando egli ha grande fretta di correre ’.

1) Il t: esimie qtti a non Inizile: il ms. capitolare veronese, Vicilc: il ms. bergamasco, Vizila.

2) Il t: el s’en va porchacier son a/aire.

3) 11 t: l’ntempremens clou tens.

4) Il t: porchacent lor besoigne.

5) Aggiunto e la madre, col t et sa mer.

0) Les dcvroienl (lor pnirron) norrir et enscifjnier.

1) Qui Bono insegna il latino al maestro, che aveva registrato lo struzzo fra le bestie. Il t varia: ci sachiez que contre la peresce qite nature lor dona, si li fist eie II ongles, et clcs dint li oisinvs fcrt et hat soi meisme por aler,