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mina che tosto lo spezza. Quello lago è alle parti di Giudea.
Appresso v’è Palestina, ov’è1 la città di Scalona, che furo già appellati quelli di quella terra li Filistei. E lungi a2 lerusalem quasi trenta giornate sono le cinque cittadi, che profondaro per lo peccato contro natura, cioè Sodoma e Gomora, e l’altre tre. Tutto a dentro di Giudea verso occidente sono Essenii3, che per la loro grande sapienza si partono delle genti per schifare diletto, che intra loro non è nessuna femina; e moneta nulla non v’è conosciuta. Elli vivono di palme. E tutto sia che là non vi nasca nulla persona, nientedimeno la moltitudine della gente non vi falla; e se alcuna gente vi va che voglia essere di loro conversazione4, non vi possono rimanere longamente, se castitade, fede e innocenza non è con loro, che Dio non soffrirebbe5.
- ↑ Le stampe leggono: là ov’è: ommesso là, col t où est la cité.
- ↑ Leggono le stampe: a lunga a Ierusalem trenta giornate. Corretto col t: loing de Ierusalem entor XXX jornées.
- ↑ Mutato Siasenes, in Essenii, col t Essenien.
- ↑ Manca al t che voglia essere di loro conversazione.
- ↑ Il t se il ne offre foi et chastée: chè Dio non soffrirebbe, è giunta di Bono. Sei codici del Chabaille concordano con Bono.