ramente che conosce in terra ogni piccola bestia che vola1 e li pesci nell’acqua, e quando vi si abbatte sì li piglia2. E dura3 di guardare verso il sole sì fissamente, chè suoi occhi non muove niente. E però piglia li suoi figliuoli4, e volgeli verso li raggi del sole, e quello che vi guarda dirittamente senza mutare suoi occhi5, si è ritenuto6 e notricato, sì come degno, e quello che muta li suoi occhi, si è rifiutato e cacciato del nido, sì come bastardo. E ciò non addiviene7 per crudeltà di natura, ma per giudicamento di dirittura, che non lo ha per suo figliuolo, anzi come uno strano8.
- ↑ Che vola, manca al t. Il ms. Vis. per alta che sia.
- ↑ Il t: et les prent à son descendre.
- ↑ Il t: et sa nature est de esgarder etc.
- ↑ Il t: et por ce quant li aigles a ses filz, il les tient as ongles droit contre le rai dou soleil etc.
- ↑ Qui abbiamo due volte mutare, per muovere, traducendo la prima volta croller, la seconda les oilz remue. Non è che il motare latino, come sopra fu notato, e valga per cento esempi dipoi.
- ↑ Corretto ricevuto, in ritenuto, col ms. Vis. assai conforme al Volgarizzamento in questo capitolo.
- ↑ E ciò non addiviene. Il t: Car.
- ↑ Il t: li aigles ne le chace pas por son fil, mais comme autrui estrange. Un codice legge pouchin in luogo di fil.