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e di governare la gente che l’uomo ha sotto di sè, è più nobile che nulla altra scienza del mondo.

E però che ’l Tesoro ch’è qui non dee esser dato se non a persona sufficiente a sì alta ricchezza, lo darò io a te, bel dolce amico, che tu ne se’ ben degno secondo il mio giudicamento. E non dico io niente che questo libro sia tratto del mio povero senno1, nè della mia ignuda scienza; anzi è come una massa di mele2 tratta di diversi fiori. Che questo libro è compilato solamente de’ maravigliosi detti degli autori, che dinnanzi al nostro tempo hanno trattato di filosofia; ciascuno della parte della filosofia di che s’intendeva, chè tutta non la può sapere uomo terreno. Per ciò che la filosofia è la radice di cui crescono tutte le scienze che uomo puote sapere, così come una fontana onde escono molti rivi, e corrono qua e là, sì che l’uno bee d’uno, e l’altro bee d’un altro: e ciò è in diverso modo, che l’uno bee più, e l’altro meno, senza stagnare3 la fontana. Perciocchè dice Boezio nel libro della Consolazione, che egli la vide

  1. La stampa legge seno. Correggo senno col ms. Visiani perchè lo domanda il contesto, ed il t, che dice: de mon poure sens. Senno ha riscontro con scienza: senno e scienza, cioè pratica e teorica. Anche nel capitolo XII, ed altrove, sens è tradotto senno.
  2. Il t: Une bresche de miel.
  3. Senza stagnare la fontana. Il t sans estanchier la fontaine. Alamanni Gir. Cort. XXIII, 2: Fagli il sangue stagnar con sacri detti. Vale cessare di scorrere, od asciugarsi.