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potrebbe l’uomo1 savere dell’altre cose pienamente, se non sapesse questa prima parte del libro.
La seconda parte, che tratta de’ vizii e dello virtudi, si è di preziose pietre che danno altrui delitti e2 virtudi: cioè a dire, che cose dee l’uomo fare, e che no. E di ciò mostra la ragione, e il perchè3. E questo appartiene alla seconda e alla terza parte della filosofia, cioè a pratica e a logica.
La terza parte del libro del Tesoro si è di oro fino, cioè a dire, ch’ella insegna parlare all’uomo secondo la dottrina della retorica, e come il signore dee governare la gente che ha sotto di lui, o specialmente secondo l’usanza d’Italia. E tutto ciò appartiene alla seconda scienza della filosofia, cioè a pratica. Che siccome l’oro transcende tutte maniere di metalli, così la scienza di ben parlare
- ↑ Il volgarizzatore scrisse certamente savere, e non avere come hanno le stampe, ed il ms. Vis. perchè il t dice savoir. Questo savere ha riscontro col se non sapesse, che vien dopo.
- ↑ Le stampe leggono Diletto e virtudi. Correggo delitti e virtudi. È voluto dal seguente contesto: cioè che cose dee l’uomo fare, e che no. Osservò rettamente il Sorio: Il traduttore rimase forse ingannato dalla voce francese delit, che in questo libro troviamo anche sopra avere il significato di diletto, ma qui vale delitto.
- ↑ Il t et monstre la raison por quoi. Il Nannucci postilla: Dodo di Prada: E dirai vos razos per que.