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lxvii


28 Fu figlio di Giambono dei Vecchi, o Vecchietti. È forse la famiglia rammentata da Dante:

E vidi quel di Neri, e quel del Vecchio
                                                       (Par. XV.)


29 Apparisce da una carta citata dal Manni, nell’avviso ai lettori premesso all’Etica di Aristotele. È una procura, conservata nel pubblico archivio di Firenze, fatta per atto pubblico da Diana vedova di Guglielmo Amidei, in persona di messer Bono Giamboni del Vecchio, giudice del popolo di san Brocolo. Il Villani (Cronica, lib. XII, cap. 35) dice altrettanto, parlando della morte di Santifico, il quale scrive essere Iacopo fiorentino, che fu di messer Bono Giamboni, giudice del popolo di san Brocolo.

30 Un documento esistente in un codice Strozziano N. 1104, dice: «Dominus Bonus quondam domini Ianiboni del Vecchio, judex ordinarius pro Comune Florentiae, Curiae Sextus Portae sancti Petri, anno domini 1282.»

31 Oltre le opere minori, citate a lor luogo, fu consultato: Del Tesoro volgarizzati da Brunetto Latini, Libro I, dal prof. R. De Visiani tratto da un suo ms. membranaceo, che si riferisce al principio del secolo XIV, assai fedele all’originale edito nella dispensa 104 della Scelta di curiosità letterarie inedite o rare ecc. tip. Romagnoli, Bologna.