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di settentrione. Bastava dire, di qua e di là dall’equatore, ed il gran passo era fatto. Bono parafrasa più chiaramente. Si aveva cognizione anche di navigazioni di là, verso l’altra tramontana, che noi diciamo polo.

Anche questa descrizione della bussola vuol essere ricordata nella storia di questa grande invenzione, onde l’uomo, come dice il Robertson nella Storia di America, divenne signore del mare.

Sulla cognizione degli antipodi, che avevano i nostri trecentisti, rammenteremo inoltre:


     Già era il sole all’orizzonte giunto,
Lo cui meridian cerchio coverchia
Ierusalem col suo più alto punto:
     E la notte che opposita a lui cerchia,
Uscia di Gange fuor colle bilancie,
Che le caggion di man quando soverchia.
                                                       (Purg. II.)


     Fatto avea di là mane, e di qua sera,
Tal foce, e quasi tutto era là bianco
Quello emisperio, e l’altra parte nera.
                                                            (Par. I.)


Quando la sera scaccia il chiaro giorno,
     E le tenebre nostre altrui fanno alba.
                              (Petrarca, Sestina I. 3.)


Nella stagion, che il ciel rapido inchina
     Verso occidente, e che il dì nostro vola
     A gente che di là forse l’aspetta
                              (Petrarca, Canz. IV. 1)


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