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assai più freddo che1 il basso. E perciò avviene egli che l’umidore, anzi che sia ingrossato in gocciole,2 diviene in quello aere freddo e gelato, e ciò è la neve, che non cade mai in alto mare. Ma d’istate, quando il sole ritorna, e approssimasi all’aria fredda, se egli truova alcuno vapore gelato, egl’il serra e indura, e fanne gragnuola molto grossa, e cacciala per lo suo calore infino entro3 la terra; ma al cadere che fa, per la spessezza dell’aere, sì si trita e diventa minuta, e spesse volte si disfa, anzi che sia in sulla terra.

Or viene alcune fiate, che li venti si scontrano insieme di sopra da’ nuvoli, e si fuggono,4 e percuotono spesso in loro venire, onde fuoco nasce nell’aria. Ed allora, se questo fuoco5 truova li vapori montati e ingrossati, egli gl’infiamma e falli ardere, e questa è la folgore che le genti



  1. Le stampe leggono a rovescio: dall’altra parte nel verno il sole si dislunga sotto a noi, perciò è l’aere a monte più freddo che dianzi. Corretto col t d’autre part en yver li solaus esloigne desor nous, at par ce est li airs amont assez plus froiz que le bas airs.
  2. Aggiunto in gocciole, col t engroisée en goutes. Poi in alto mare, col t en haute mer, colla variante en autre maniere, del codice cap. veron. preferita dal Sorio.
  3. Il t iusqu’ a’ terre.
  4. Il t s’entrefierent, tradotto ancora fuggono!
  5. Corretto vento in fuoco, col contesto e col t, se cil feus.