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che vento vi si muova1. E quando egli fiede nelle vene solforate, lo solfo iscalda e apprende di sì gran calore, che l’acqua che corre per quelle vene diventa calda come fuoco. E di ciò sono li bagni caldi, che l’uomo trova in diverse terre. E quando quel vento dibotta l’aere ch’è rinchiuso per quelle caverne, egli fa dibattere l’acqua e la terra di tal forza e di tale virtude2, che conviene per quello dibottamento, che la terra rompa e fracassi, sì che l’aere n’esca fuori. Ed allora conviene che la terra caggia3, e affondi con tutte le mura e con tutti li dificii che vi sono sopra. Ma se la terra è sì grossa e sì forte ch’ella non fenda, allora conviene per vera forza di quello dibottamento dell’aere, e delle vene dell’acque che sono a distretta là dentro, faccia tremare e muovere tutta la terra che v’è d’intorno, e li dificii che vi sono sopra4.



  1. Le stampe recitano senza senso: e per quelle caverne onde le acque vengono, conviene per dibattimento d’acqua, che vento vi si muova. Corretta l’interpunzione col t avient aucune foiz, que l’aigue est mauvaise, et venimuese qui court entre les vaines et les cavernes par où les aigues viennent; et convien que par le deboutement des aigues, que rens s’esmueve.
  2. Il t et le debat a la terre, il convient par fine force, si cele terre est foible, par la force de celui boutement etc.
  3. Il t convient il que la terre rompe et chiée et fonde.
  4. E li dificii che vi sono sopra, giunta sopra la derrata, di messer Bono.