Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
285 |
E quando Carlo ebbe tutta Lombardia conquistata, e tutta Italia sottomessa a sè, ed a santa Chiesa, egli se n’andò a Roma con grande trionfo, e là fu egli incoronato imperadore dei Romani,1 e tenne la dignitade dell’imperio tutta sua vita. E poi ebbe egli molte altre vittorie contra i Saracini, e contra i nemici di santa Chiesa; e sottomise alla sua signoria Alemagna e Spagna e molti altri paesi2.
E quando Leone papa, che fu papa appresso3 Adriano, fu scacciato per li Romani, Carlo lo rimenò a Roma in sua dignitade, ed allora gli confermò egli ciò che suoi passati4 avevano fatto e stabilito, di tutti li bisogni di santa Chiesa, e dello imperio, e delli cherici, e del li laici, e diede
- ↑ Corretto col t Carlomano, in Carlo: aggiunto col t a sè: sozmise à soi et à sainte Eglise: poi corretto col t empereor des Romains, e non di Roma. Lo scambio fra Carlo, Carlomano, e Carlomagno o come erroneamente allora scrivevasi Carlo Magno, è frequente nei Trecentisti. Anche Brunetto parla di imperatori di Roma e dei Romani come noi vedemmo a’ nostri giorni re di Francia ed imperatori dei Francesi. Dopo tante Storie d’Italia, vedemmo anche una Storia degli Italiani per Cesare Cantù.
- ↑ Il t Alemaigne, et Espaigne, et mains autres pais, aggiunto Alemagna e Spagna, anche col m. Viss.
- ↑ Corretto col t e colla storia e col ms. Vis. innanzi. in appresso: t apres.
- ↑ Il t ed il ms. Vis. ses peres