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egli lo libro, che si chiama lo Apocalipsi1. E poi che l’imperadore Domiziano morì, quegli che lui iscacciò, egli se ne partì, e vennene in Efeso, e là fece egli lo diretano Vangelo2.
Li suoi miracoli furo cotali, ch’egli mutò le verghe del bosco in fino oro; e fece le pietre dell’acqua corrente preziose. Una donna vedova ch’era morta3 risuscitò, e ciò fece egli per la preghiera del popolo; e anche resuscitò uno giovane, ch’era morto. Egli bevè il veleno senza alcuno danno. E suscitò un uomo, ch’era morto di quel medesimo veleno.
E sappiate ch’egli visse novantanove anni. E quando venne al morire4, sì entrò vivo5 nella sepoltura. E ivi si coricò come in uno letto. E ciò fu alli sessantasette anni dopo la passione di Gesù Cristo. Onde dicono molti, ch’egli non morì giammai6, anzi si riposa dormendo nel monimento;
- ↑ Il t ed il ms. Vis. là fist il l’Apocalisse.
- ↑ Il t et puis que l’empereres Domiciens morut, issi il de prison, et s’en ala en Ephesim, et là desreina il l’Evangile. Anche il ms. Vis. lo diretano Evangelio.
- ↑ Ch’era morta, è glossa di Bono.
- ↑ Manca al t ed al ms. Vis. e quando venne al morire.
- ↑ Il vivo nel t, qui manca, ed è poi: et se coucha touz vis.
- ↑ Il t ed il ms. Vis. aggiungono: en morut mie, mais que il vit encore.