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XVIII


Che volesse dire “Uomo mondano„ lo spiega l’uso vivente della lingua nella frase comune a tutta la penisola: “Donna di mondo.„

Non facciamo le meraviglie, se ripatriato ebbe gli onori e pubblici incarichi di prima, nulla ostante quella macchia infame. Era vecchio, era convertito: per la sua rara perizia nel parlare e dettare, era necessario ad un partito finalmente vittorioso in guerra civile.

Accettando anche solo in parte, colla severa nostra critica, l’erudito ragionamento dell’accademico della Crusca Francesco Del Furia, ne abbiamo abbastanza a provare, che non è opera sua il Pataffio, “una delle più triste e pazze cose che s’abbia mai viste l’Italia„ come lo chiamò il Perticari: “il sozzo breviario de’ bagascioni e de’ pederasti„ come disselo il Monti.

Disconviene del tutto all’uomo grave e dotto (sentenzia il Del Furia) che poneva ogni suo studio in ben dire e ben dettare, e in digrossare i suoi Fiorentini, comporre un libro colla lingua e stile della più fetida canaglia, e colla sfacciata immoralità dei bordelli. — Osserviamo di rimando, che non è a stupire se laidamente abbia dettato, chi laidamente coll’opera ha contaminato la patria. L’uomo pur troppo non è sempre quello che deve essere, nè quello che vuol parere, e pare. Alcuni