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titudine non si1 sovviene ella per imagine, come delle altre cose, ma per sè medesimo2: se non fosse per sè medesimo3, ella si dimenticarebbe.

La memoria è comune agli uomini e4 agli altri animali, ma intendimento di ragione non è in niuno altro animale che nell’uomo; che in tutti gli altri animali è un pensiero pe’ sensi del corpo, non per intendimento di ragione5. Per ciò fece Domenedio l’uomo in tal maniera, che la sua veduta isguardi tuttavia in alto, per si-

  1. L’errata lezione ma della beatitudine si sovviene ella per imagine, e d’altre cose per sè medesima, è corretta col t mais de la beatitude ne se sovient par ymage comme des antres choses, mais per li (alias lui) mesmes. Brunetto ripete poi la dottrina di Aristotile, nel libro VI cap. LIV. Così insegna Aristotile, secondo la traduzione del Segni, lib. VI. Cap. VIII. Leggono così anche i migliori codici. La correzione è del Sorio.
  2. Il t di più autressi comme de leesce.
  3. Per sè medesimo, cioè per sè medesima, al modo del neutro dei latini persemelipsum; in francese par soi même. Nota del Nannucci.
  4. Il t et us bestes, et as autres animaus. Bono ommise le bestie.
  5. Il t en touz autres animaus est une pensée par les sens dou cors, non mie par intendement de raison. La lezione delle stampe tutti gli altri animali sono quasi una consa e’ sensi del corpo, ma non hanno nulla per intendimento di ragione, manca di senso. Il ms. Berg. concorda col t.