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nel suo consiglio etenialraente; e che dinnanzi al cominciamento non era nullo tempo, ma era1 la sua eternitade; che ’l tempo fu cominciato per le creature, e non le creature per lo tempo.

Alcuno puote domandare, che facea Iddio anzi ch’egli facesse il mondo? E come gli venne subitamente in volontade di fare il mondo? Che egli volesse alcuna volta cosa, che egli non volea in prima. Ma io dico che novella volontade non gli venne di fare il mondo. Poniamo che ’l mondo non.fosse unque fatto, tutta fiata era egli nel suo eternai consiglio. E dall’altra parte Dio è la sua volontade2, e la sua volontade è Dio; ma Dio si è eternale e senza mutamento, e però la sua volontà è eternale e senza mutamento.

Quella materia di cui quelle cose furo formate, e la varietade delli nascimenti furon nel suo eternai proponimento, e non ha niente di tempo. E

  1. Il t mais sa eternitè, male tradotto nella sua eternitade, come legge la stampa. Concorda il ms. Vis. col t e colla correzione.
  2. Le stampe leggono Dio e la sua volontade è eternale senza mutamento. Il t Diex est sa volentés, et sa volentés est Diex: mais Diex est eternel et sanz remuance, donc est sa volentés eternel et sanz remuance. La correzione concorda col ms. Fars. che aggiunge erroneamente quella materia, tra però e la sua volontade.