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di qualche Italiano! come potrei non sentirmi acerbamente eccitato? Credi, amico lettore, che appunto così accadesse.

Mettiamo dunque mano alacremente all’opera, e ragioniamo innanzi tratto di ser Brunetto Latini, e del suo grande Tesoro: poi di Bono Giamboni, e del suo Volgarizzamento: finalmente dell’opera mia, alla quale, comunque possa riuscire, nè il lungo studio nè il grande amore sono mancati. La impresi in nome di Dante.


II.


Brunetto1 figlio di Bonacorso Latini2, nacque d’illustre famiglia in Firenze.

L’anno di sua natività, pare sia stato il 12203.

Il titolo di ser, datogli da Dante, e da tutti gli antichi scrittori, indica la professione di notaio. Vale quanto sere, sire, signore, dal latino senior (provenzale senor, senher, ser), ed era proprio a que’ giorni, dei preti non insigniti di prelatura, e de’ notai.

Fu dittatore del Comune di Firenze, cioè segretario. Dittatore a que’ giorni, come fu detto anche di Piero dalle Vigne, era chiamato chi dettava o scriveva lettere a nome di altri.