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25. Capitello italo-corinzio

prima metà I secolo a.C.

Il capitello risulta scolpito in un solo pezzo con il collarino ed ha parti fortemente 1acunose, ricomposte da più frammenti. Conserva i tre elementi architettonici ben distinguibili: collarino, kalathos, abaco. Avvolgono il kalathos due corone di foglie d’acanto, sovrapposte e sfalsate, in aggetto intorno alla costolature mediana. Al centro le elici sono sormontate dal fiore d’abaco, quasi del tutto abraso. Sopra le volute angolari, a corna di montone, è scolpita una foglia d’acanto ripiegata. La resa delle foglie carnose risulta naturalistica; solchi profondi caratterizzano le singole parti creando un effetto fortemente chiaroscurale.

Rinvenuto nel 1989 in un sondaggio effettuato in via Galilei nel sito di una Villa romana nell’agro centuriato a sudovest di Mutina. Fu recuperato all’interno di una fossa di scarico nella quale si trovavano laterizi, scarsi frammenti ceramici databili alla media età imperiale e parti di colonna scanalata (Giordani et al. 1993, p. 58).

L’origine dei capitelli italo-corinzi risale all’ambiente ellenistico della Sicilia e dell’area campano-laziale. Si diffonde in Cisalpina (Arte e Civiltà romana, II, p. 546, n. 772), in area lombarda e veneta e soprattutto nell’area nord-orientale, ad Aquileia, dove le attestazioni note sono inquadrabili tra la fine del 11 e la metà dell secolo a.C. (Scrinari 1952, pp. 25-26, n. 12; pp. 26-27, n.13; p. 31, n. 23; figg. 12-13, 23; Cavalieri manasse 1987, pp. 52-55, nn. 14-19, p. 56, n. 19). Questi modelli, impiegati nell’architettura pubblica di grande impegno ed in quella privata, prevalentemente di ambito funerario, si diffondono con elaborazioni locali a Bononia e, nell’area orientale della regione, ad Ariminum (Rimini) e Faventia (Faenza) (De Maria 1983, pp. 343-346, tav. XV,1; DE MARIA 2000, pp. 289-291, fig. 289; Aemilia 2000, pp. 318-319, scheda G. Montevecchi). L’esemplare modenese si avvicina all’ordine architettonico delle semicolonne presenti nella sala absidata del Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina, datate al 10080 a.C., simili anche ad attestazioni documentate a Faenza (De Maria 1983, p. 346, XV, 2).

Misure
kalathos: h 37,5; diametro base: 38;
abaco: h 6,5; larg. 45; collarino: h 3,5

Inventario
n. 91435

Bibliografia
Giordani et al. 1993, p. 58; Aemilia 2000, p. 435, scheda N. Giordani; Mutina 2001.


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