Pagina:Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena.djvu/53


23. Stele di Quintus Sevius Hermes

I secolo d.C.

Stele parallelepipeda corniciata con zoccolo per l’infissione nel terreno, presenta la cornice del lato destro sbeccata. Il timpano è decorato con fiore a sei petali dal quale si dipartono larghe foglie lanceolate. Negli pseudoacroteri sono inseriti girali vegetali che racchiudono due fiori a quattro petali. La fabbricazione della stele è datata intorno all’inizio del I secolo d.C., mentre l’iscrizione è dovuta ad un reimpiego databile alla seconda metà del I secolo d.C.

La stele fu recuperata nel 1971 in località Ganaceto nel Fondo Pioppa, in seguito a lavori di aratura, a circa 60 centimetri di profondità. Al di sotto della stele si osservò la presenza di un altro blocco di pietra quadrangolare, forse pertinente al basamento di sostegno, che non venne recuperato.

Testo epigrafico:

V(ivus) f(ecit)/ Q(uintus) Sevius (mulieris) l(ibertus) / Hermes/ sibi et suis/ Scantia / Gemella / c[oncubin]a / in f(ronte) p(edes) XII / in a(gro) p(edes) XII

Da vivo fece a se stesso e ai suoi Quinto Sevio Ermete, liberto di una donna, con Scantia Gemella, concubina. (L’area sepolcrale misura) sulla fronte e in profondità 12 piedi romani (m 3,5) (= mq 12,6).

La superficie dello specchio epigrafico è stata ribassata per accogliere il testo inciso su una precedente iscrizione, parzialmente erasa: sono state conservate le medesime misure dell’area sepolcrale (ll.8-9). La nuova epigrafe, cui furono aggiunte le sigle V F, subì & sua volta una correzione alla l.7, di cui sono rimaste solo una C iniziale e una A finale della parola concubina. I caratteri sono incisi con ductus triangolare, anche se il reimpiego riduce l’effetto calligrafico comunque perseguito: la coda della Q scende sotto il rigo, le V incurvano leggermente i bracci, l’interpunzione è a coda di rondine.

Il gentilizio della donna ricorre in un’altra epigrafe mutinense, e forse si tratta di una stessa famiglia, quella degli Scantii, documentata nella Regione VIII dall’età imperiale. Il gentilizio Sevius è sconosciuto a Mutina; Hermes è cognome di origine greca.


Misure
h 138; larg. 54; spess. 19

Lettere: l.1 h 4; ll.2-3 h 5,5; l. 4 h 4,5; l5 h 5; ll.6—7 h 4; ll.8-9 h 4,5

Inventario
n. 14086

Bibliografia
Rebecchi 1972, tav. 1, fig. 1; Rebecchi 1976, pp. 253-256, fig. 6; Cardarelli, Cattani, Labate 1987, n. 31; Mutina 1988, II, pp. 230-231, scheda MOT 10 (D. Labate).


53