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    Necropoli Occidentale

20. Stele di Marcus Pupius Rufus

I secolo d.C.

Stele parallelepipeda, danneggiata probabilmente durante il recupero, con scalfitture sullo specchio epigrafico e sheecature nella parte di infissione. E decorata da un timpano corniciato; all’interno del timpano e negli acroteri compare come unico motivo decorativo un fiore. Al di sotto del timpano è lo spazio riservato all’iscrizione, non riquadrate da alcuna cornice. Nella parte inferiore si trova un foro passante a sezione rettangolare per l’inserzione di un paletto stabilizzatore (cm 8 x 4). La stele fu probabilmente reimpiegata in epoca tardoantica come coperchio di sarcofago. Sul lato posteriore si notano infatti segni di rilavorazione a formare un blocco a sezione triangolare, alle cui estremità sono visibili i fori per l’inserimento di grappe metalliche, uno a sezione circolare (diametro cm 4), l’altro rettangolare. Anche la fronte della stele è stata scalpellata ai lati, tagliando gli angoli del frontone e il margine destro dell’iscrizione.

La stele è stata recuperata in via Rainusso 70-100 nel 1973, durante gli scavi per fondazioni nell’area di Palazzo Europa, alla profondità di circa metri 4,50 insieme ad altri reperti riferibili a monumenti funerari.

Testo epigrafico:

V(ivus) f(ecit) / s(ibi) e(t) s(uis) / M(arcus) Pupius M(arci) f(ilius) Rufus / Catienae Sp(urii) f(iliae) Secundae matr(i) / Catiena Sp(uriz) f(ilio) Obsequenti consob(rino)/ Allarme C(aiae) l(ibertae) Heuronomae conc(ubinae)/filis filiabus lib(ertis) libert(abus)/ in fro(nte) p(edes) XII in agr(o) p(edes) XII

Marco Pupio Rufo, figlio di Marco, ancor vivo (pose il monumento) per se stesso e per i suoi: per la madre Catiena Seconda, figlia di Spano, per il cugino Catieno Ossequiente, figlio di Spurio, per la concubina Allena Euronoma, liberta di Gaia, per i figli e le figlie, per i liberti e le liberte. (L’area sepolcrale misura) sul lato principale 12 piedi (m 3,5), in profondità 12 piedi (m 3,5) (= mq 12,6).

Tracce di ordinamento e di linee di guida, ma scarsa valutazione dello spazio da parte del lapicida o ripensamento da parte del committente: gli interlettera tendono a ridursi (cfr. ll.4-6) e il corpo dei caratteri diminuisce sul lato destro (cfr. l.5), tendendo a degradare dall’alto in basso. Ben cinque lettere compaiono negli spazi riservati all’ornato ed è frequente l’uso dei nessi (cfr. l.4). Da notare l’adozione della C rovesciata per l’indicazione del matronato. Ricerca di eleganza ed effetti coloristici nell’adozione del ductus a sezione triangolare, nelle lettere leggermente apicate e allungate (T montante), e nelle forme della P ad occhiello aperto, della R con piede incurvato, della S a curve simmetriche, della V con bracci di diversa inclinazione (cfr. ll. 3 e 8).

Il gentilizio Pupius è già noto nell’epigrafia modenese; gli altri due gentilizi, Catienus e Allenus, sono ricordati solo da questa lapide. Il cognome Heuronoma è di origine greca.

Misure
h 131; larg. 72; spess. 28
Lettere: (ai lati del timpano e al centro) h 5; l.1 h 7; l.2 h 5,2; l.3 h 5; l.4 h 5; l.5 h 4,5; l.6 h 4,5

Inventario
n. 15223

Bibliografia
Benedetti 1973, pp. 223-235; Gelichi, Malnati, Ortalli 1986, p. 610, n. 71; Mutina 1988,11, pp. 448-449, scheda MOU 338 (N. Giordani); Mutina 2001, rinvenimento 338.

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