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14. Stele di Caius Petronius Mantes

seconda metà I secolo d.C. - inizi II secolo d.C.

Stele parallelepipeda corniciata, dotata di piede di infissione frammentario, mancante di parte della cornice nelle estremità inferiori e dello spigolo destro. È stata ricomposta in corrispondenza delle spigolo inferiore sinistro. All’interno del frontone è inserito un fiore a quattro petali con bottone centrale; nei semiacroteri compare un motivo a palmetta affiancato da racemi.

La stele fu recuperata, insieme ad altri monumenti funerari, tra il 1963 e il 1964 in occasione degli scavi per la costruzione del Palazzo Alleanza Assicurazioni, in Via Emilia Est 297, ad una profondità compresa tra metri 3,50 e metri 5.

Testo epigrafico:

C (aius) Petronius/Montes aurifex/ decurio Mut(inae) / aurificibus et coniugibus / eorum et qui inter nos sunt locum / long(um) p(edes) XXVI lat(um) p(edes) XVI/ cum titulo et solea de suo dedit

Caio Petronio Mantes, orefice, decurione di Modena, agli orefici, alle loro mogli, e a coloro che esercitano (l’arte della oreficeria in Modena), uno spazio lungo 26 piedi (rn 7,9) e largo 16 piedi (m 4,7) (= mq 37), insieme al titulus (la dedica ed il complesso monumentale epigrafico, ovvero il titolo di possesso dell’area funeraria) e al suolo, con atto liberale donò.

Ductus regolare e ben curato, a sezione triangolare, interpunzione a coda di rondine. Epigrafe elegante, adeguata al classicismo della decorazione. I caratteri risultano variati per forma ed altezza, a seconda del rilievo assegnato alle parti del testo, con tendenza alla scrittura attuaria, più funzionale agli spazi ridotti (ll.4,5,7): le A presentano aste più o meno ricurve (ll. 2,4,7), le P hanno occhiello aperto, le R incurvano il piede d’appoggio, le E e le F riducono le dimensioni dei tratti mediani, che si allungano obliquamente verso l’alto (ll. 4,5,7). E stato in ogni caso ottenuto l’effetto calligrafico.

Il collegio degli orefici, dopo quello dei lunari et carminatores di Brescello, èla seconda testimonianza nella Regione VIII di un collegio con finalità eminentemente funerarie.

Caius Petronius Montes, grazie alla ricca professione esercitata, pervenne alla massima carica municipale, quella di decurione, cioè di membro dell’ordo Mutinensium, che si occupava del governo della città. Non dimenticando gli obblighi derivanti dalle norme del collegio professionale d’appartenenza, eresse il monumento funerario a sue spese, per i colleghi e le loro famiglie, e per gli orefici che si trovassero a Mutina al momento della morte. Il gentilizio Petronius ricorre in altre sei epigrafi mutinensi. Il cognome Mantes è di origine greca.

Misure
h 152; larg. 61,5; spess. 17
Lettere: l.l h 5; l.2 h4; l.3 h 5; l.4 h 4; l.5 h 3; l.6 h 5; l.7 h 3,5

Inventario
n. 5126

Bibliografia
Violi 1964-65, pp. 229-230; Bermond montanari 1965; Benedetti 1967, pp. 195-207; Gentili 1967; Bermond Montanari 1968; rebecchi 1972, p. 189, fig. 3; Gelichi, Malnati, Ortalli 1986, pp. 608-610, n. 69 (N. Giordani); Mutina 1988, II, pp. 450—452, scheda MOU 344 (N. Giordani); Mutina 2001, rinvenimento 344.

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