Pagina:Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena.djvu/37


9. Ara di Marcus Numisius Castor

II secolo d.C.

Ara a corpo parallelepipedo con base corniciata, composta da zoccolo, toro e gola rovescia, e modanatura superiore aggettante. L’ara era forse originariamente collocata su di un basamento formato da una o più lastre parallelepipede sovrapposte. Sulla fronte è l’iscrizione dei contubernales Marcus Numisius Castor e Quintus Velucius Verus.

Sui lati sono raffigurati i due personaggi vestiti di lunga toga, con un rotolo in mano; ai piedi delle due figure si trovano una capsa (contenitore per manoscritti) e un bacile. Il retro è sbozzato. Sul monumento poteva essere stato fissato un elemento decorativo verticale, probabilmente una pigna, come rivela l’incavo scolpito sulla sommità.

Fu recuperata, insieme ad altri monumenti funerari, trail 1963 e il 1964 in occasione degli scavi per la costruzione del Palazzo Alleanza Assicurazioni, in via Emilia Est 297, ad una profondità compresa tra metri 3,50 e metri 5.

L’ara trova numerosi confronti in area veneta (Ghedini 1980, nn. 69-70, pp. 159-161) e tra i monumenti di Aquileia (Scrinari 1972, n. 379, p. 129).

Testo epigrafico:

M(arcus) Numisius / Castor sibi et / Q(uinto) Velucio Vero/ contubern(ali) / t(estamento) p(onere vel poni) i(ussit)


Sul fianco sinistro:
M(arcus) N(umisius) C(astor)
Sul fianco destro:
Q(uintus) V(elucius) V(erus)

(Marco Numisio Castore ordinò con disposizione testamentaria di destinare (il monumento) a se stesso e all’amico e collega Quinto Velucio Vero.


Sul fianco sinistro:
Marco Numisio Castore.
Sul fianco destro:
Quinto Velucio Vero.


37