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stele di C. Tadius Philero da Brescello (CIL XI, 1040; Giorgi 1938, n. LXV), o privi di decorazione, come quella di M. Gladius Hilarus (CIL XI, 883; Crespellani 1897, n. XLV; Giorgi 1938, n. LVIII), oppure contornati da una semplice cornice modanata, come la stele di T. Aufillenus Rufus (CIL XI, 877; Giorgi 1938, n. LXXXXIX). Queste tipologie, largamente attestate in Cisalpina, sono ben rappresentate nelle raccolte archeologiche di Milano (Sartori 1994, p. 132, F. 20, p. 128, F. 16).

Testo epigrafico:

V(ivus) f(ecit) / C(aius) Fadius Zethus/ sibi et / Dis Manib(us) Faltoniae / Dorcadis uxoris/ piissimae / fil(iis) fil(iabus) lib(ertis) lib(ertabus) / in fronte p(edes) XXIII! / in agr(o) p(edes) XXVIII

Caio Fadio Zeto dedica il monumento ancor vivo a se stesso e agli Dei Mani della moglie piissima Faltonia Dorcas, ai figli e alle figlie, ai liberti e alle liberte. (L’area sepolcrale misura) sulla fronte 24 piedi (m 7), in profondità 28 piedi (m 8,2) (= mq 58,8).

Ductus a sezione triangolare, regolare, ma non molto approfondito; caratteri capitali quadrati, apicati, stretti e allungati, regolari alle ll. 1-2, più approssimativi alle linee successive.

Interpunzione a coda di rondine. Le P hanno occhiello aperto, le R incurvano il piede d’appoggio, le S hanno occhielli simmetrici.

La notevole estensione dell’area sepolcrale risulta proporzionale allo stato sociale ed economico raggiunto dal dedicante, probabilmente un liberto, dal cognome abbastanza diffuso in area emiliana, e dal gentilizio recentemente confermato anche nell’epigrafia mutinense (cfr. CIL XI, 845).

Il cognome della moglie è di origine greca; il nome ricorre con alcune varianti nella Regione VIII.

Misure
Stele: h 253; larg. 74; spess. 24
Basamento: h 32; 1arg. 103,5; spess. 91,5
Lettere: l.1 h 8; l.2 h 7,5; ll.3-5 h 5; l.6 h 4; ll.7-8 h 2,5

Inventario
n. 169792

Bibliografia
Giordani 1998; Aemilia 2000, pp. 435-436, scheda N. Giordani, M. Ricci; Mutina 2001, rinvenimento 358.


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