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7. Stele di Caius Fadius Zethus

I secolo d.C.

Stele monumentale centinata. L’arco e lo specchio epigrafico sono riquadrati da cornice modanata. Nello spazio sommitale è scolpita una rosetta a doppia corolla quadripetala con bottone centrale, affiancata da due rosette più piccole con corona semplice a cinque petali. Al di sotto, entro riquadro compreso tra l’arco e lo specchio epigrafico, sono raffigurati due grifi affrontati ai lati di un kantharos. Questi elementi figurati rappresentano un richiamo simbolico al mondo dell’oltretomba. Ai lati dello specchio epigrafico due sottili paraste con capitello corinzio stilizzato sono rese a rilievo bassissimo. La stele è infissa sul proprio basamento quadrangolare al quale è ancorata da grappe di piombo. Sulla superficie lapidea si colgono evidenti tracce di lavorazione.

Dal punto di vista stilistico la finezza degli elementi lineari della cornice e delle esili paraste eil delicato naturalismo dei fiori contrasta coni grifi, scolpiti con una durezza che poco concede ai particolari, e con i contorni sommari del kantharos. Forse questi ultimi elementi si possono considerare una integrazione richiesta dalla committenza, applicata da maestranze locali su di un monumento il cui apparato decorativo di serie era già realizzato.

Rinvenuta nel 1998 in via Bonacini, durante la costruzione del collettore fognario di Levante. Si trovava in sito nell’area della necropoli orientale di Mutina a circa 10 metri dal fronte nord di via Emilia Est, che in quel tratto coincide con la strada consolare romana (Giordani 1998).

La stele rappresenta un unicum, per tipologia ed insieme decorativo, nel pur vasto panorama dell’architettura funeraria di Mutina. Le attestazioni note fino ad ora sono riferibili ad elementi angolari di recinto funerario, come i cippi gemelli di Visinia Baccis (CIL XI, 947;

Giorgi 1938, nn. CXXI, CXXIII) e di Publius Clodius (Mutina 1988, II, pp. 451-453, scheda MOU 344 (N.Giordani). Sono documentati inoltre esemplari di ridotte dimensioni, come la
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