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La tipologia si confronta con attestazioni di età giulio-claudia, note in Cisalpina (Arte e Civiltà romana, 1, tav. XXIV, 52; tav. XLI, 85; tav. XCVI, 195). Stele a edicola con ritratti sono particolarmente diffuse, oltre che in ambito regionale, soprattutto nell’area ravennate e deltizia, nelle zone del Veneto e dell’alto adriatico, territorio collegato a Mutina da una rete itineraria che favoriva i percorsi commerciali e la circolazione di materiali e modelli artistici (Mansuelli 1967, nn. 1-2, 5-6, 8, 11-12; Sena Chiesa 1997, p. 302, fig. 15).
Testo epigrafico:
L(ucio) Ru(brio) Stabil(ioni) (pat)ri / Iuliae Gratae matri/ L(ucius) (Ru)brius L(uci) fi(ilius))/ Stabilio/ Primus tonsor/ Mutin(ae) Apal(linuris)/ sibi et Methen(ae)/ libert(ae)/ et suis v(ivus) f(ecit)/p(edes) q(uaquoversus) XII)
Sul fianco destro:
Iuliae Friso/ae soror(i)
Sul fianco sinistro:
C(aio) Iulio Sp(urii) f(ilio)/ Tertio frati
Al padre Lucio Rubrio Stabilione (e) alla madre Giulia Greta fece ancor vivo Lucio Rubrio Stabilione Primo, figlio di Lucio, tonsore, Apollinare di Modena, per sé e per la liberta Methena. Su entrambi i lati (l’area misura) 12 piedi romani (= mq 12,6). _
Sul fianco destro: alla sorella Giulia Prisca (fece).
Sul fianco sinistro: al fratello Caio Giulio Terzo, figlio di Spurio (fece).
L’ordinamento del testo è abbastanza curato, anche se il lapicida ha dovuto trovare soluzioni di adattamento (come la riduzione di altezza della parola tonsor in fine di riga) a spazi abbastanza limitati rispetto al corpo dei caratteri prescelto, piuttosto grande e appariscente; la ricerca coloristica è nel ductus & sezione triangolare, nell’interpunzione a coda di rondine, nelle lettere slanciate, con le T prolungate oltre il binario superiore e le P ad occhiello aperto, le B e le S ad occhielli non simmetrici. Da notare l’uso dei nessi TH nel nome Methena (l.7) e RT nell’appellativo liberta (l.8).
Lucius Rubrius Stabilio Primus, figlio di Lucio, erige il monumento ancor vivo a tutta la sua famiglia: ai genitori, alla liberta e compagna Methena, e anche ai fratelli, ritratti sui fianchi della stele. L’onomastica di questi due ultimi personaggi, appartenenti entrambi alla gens Iulia, la stessa della madre, sembra suggerire una paternità diversa per questi ultimi, figli di Grata e di Spurius, prenome usato anche per indicare la nascita illegittima. Il dedicante assume in toto l’onomastica paterna, e si distingue per il cognome Primus, che richiama la primogenitura.
La professione di tonsore era evidentemente abbastanza considerata se, grazie ad essa, Primus poté accedere alla corporazione modenese degli Apollinares, importante collegio addetto al culto imperiale in ambito municipale.
Probabilmente il tonsor svolgeva un’attività di mediazione tra produttori, artigiani e commercianti di lane, industria fiorente nel territorio compreso tra Parma e Modena. Appare meno convincente l’ipotesi, anche se non ci sono ragioni per escluderla, che il personaggio fosse un barbiere, attività che veniva svolta nelle botteghe e nelle terme.
Misure
Stele: h 221; larg. 60; spess. 27-30
Basamento: h 76; larg. 110; spess. 79
Lettere sulla fronte: 1.1 h 5; 12 h 5; 1.3 h 6; 1.4 h 68; 1.5 h 6 (la 0 h 2,5); 1.6 h 6 (la T h 7,5); 1.7 h 6,5-7 (la T h 8); 1.8 h 4,5-5; 1.9 h 4,5-5 (la T h 5,5); 1.10 h 6,5-7; sul fianco destro: 1.1 h 2,8; 1.2 h 2,5-2,6; sul fianco sinistro: 1.1 h 3-3,5; 1.2 h 2
Inventario
n. 169797
Bibliografia
Giordani 2000, pp. 431-432; Mutina 2001, rinvenimento 350.
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