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2. Parte di monumento funerario a corpo cilindrico di Publius Aurarius Crassus

fine I secolo a.C.

Lastra curvilinea originariamente inserita nel paramento del corpo cilindrico del monumento. La parte esterna è levigata mentre quella posteriore è solo sbozzata; il blocco è stato danneggiato probabilmente in fase di recupero e presenta solchi e numerose sbeccature. I lati brevi e le due corone orizzontali sono accuratamente rifiniti lungo i bordi. Negli spigoli superiori, a circa 10 centimetri dalla fronte, si trovano gli incavi per le grappe. La curvatura del blocco consente di ipotizzare che il tamburo del monumento avesse un diametro di circa m 5,30. Il reperto è stato recuperato prima degli anni Settanta in occasione di interventi di natura imprecisata in viale Gramsci, si è ipotizzato nelle vicinanze dell’ex Mercato Bestiame.

Testo epigrafico:

P(ublius) Aurarius P(ubli) f(ilius) Pol(lia tribu) Crass[us]/ tr(ibunus) mil(itum) (sex)vir aid(ilis)

Publio Aurario Crasso, figlio di Publio, iscritto alla tribù Follia, tribuno dell’esercito, seviro, edile.

Ductus a sezione triangolare, regolare e profondo, con belle lettere in capitale quadrata, leggermente apicate; da notare la caratteristica forma delle P ad occhiello aperto; le R incurvano il piede d’appoggio, le lettere tonde recano al centro il segno del compasso; compare la sopralineatura del numerale nell’indicazione del sevirato.

L’iscrizione conserva il ricordo della carriera percorsa da Publius Aurarius Crassus, di nascita libera e appartenente alla tribù Pollia: ufficiale di una coorte ausiliaria, o forse anche di una legione, dopo la honesta missio, ovvero il congedo, rientrò in patria e ottenne per i suoi meriti la carica di edile, una delle più importanti funzioni amministrative municipali. Il grado militare di seviro, raggiunto forse durante le guerre civili, gli consentì di accedere alla carriera equestre. Tornato in patria, si occupò probabilmente dell’addestramento del corpo degli iuvenes, giovani dediti ad attività atletiche e paramilitari, destinati ad entrare nella classe dirigente a sostegno della politica imperiale. 11 gentilizio Aurarius è raro, ma conosciuto anche nella Cisalpina; appartiene probabilmente a quella classe di nomi che risalgono alle attività artigianali.

Misure
h 75; larg. 163; spess. 30
Lettere: ll.1-2h 9,5

Inventario
n. 169793

Bibliografia
Rebecchi 1975, pp. 216-219; Bergonzoni, rebecchi 1976, pp. 225-236; Rebecchi 1976, pp. 238-243; Ortalli 1986, p. 114; Mutina 1988, 11, pp. 449-450, scheda MOU 341 (D. Labate); Rebecch1 1988, pp. 378-379; Ortalli 1997, p. 364; Mutina 2001, rinvenimento 341.

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