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1. Stele di Publius Seppius Faustus
- inizi I secolo d.C.
La stele, del tipo a timpano, presenta alcune sbeccature in corrispondenza del lato sinistro del frontone e dello specchio epigrafico. E leggermente rastremata verso l’alto ed è levigata soltanto nella parte superiore, mentre la parte inferiore da fissare nel terreno è rozzamente sbozzata. La stele è sormontata da un basso frontone ritagliato a spioventi riquadrati da un sottile listello, che racchiude anche lo specchio epigrafico ribassato.
La stele è stata rinvenuta, insieme a quella di Caius Betilienus Sila, nel 1965 in viale Gramsci-angolo via Toniolo, durante gli scavi per le fondazioni di un edificio.
Testo epigrafico:
V(ivus) P(ublius) Seppius P(ublz) l(ibertus) /Faustus sibi et suis / v(ivis) P(ublio) Seppia P(ubli) l(iberio) Lepido / et Severae concub(inae) / in agr(o) p(edes) XII in fi(onte) p(edes) XI
Ancor vivo Publio Seppie Fausto, liberto di Publio, (posa il monumento) per se stesso e per i suoi ancora vivi: Publio Seppio Lepido, liberto di Publio, e la concubina Severa. (L’area sepolcrale misura) in profondità 12 piedi (m 3,5), sul lato principale 11 piedi (m 3,2) (= mq 11,5).
Ductus a sezione triangolare, caratteri di forma regolare, con ricerca d’eleganza. Le P hanno occhiello aperto, le R incurvano il piede d’appoggio, le S hanno occhielli simmetrici.
Publius Seppius Faustus, che dedica il monumento a se stesso, al compagno di manomissione Lepidus e alla concubina Severa, nel nome denuncia 1a propria provenienza: infatti il gentilizio Seppius, documentato per la prima volta nella Regione VIII da questo personaggio, risulta maggiormente diffuso nel Sannio, nell’Irpinia,nel Molise e nel Matese, zone di reclutamento dei soldati contadini italici premiati da Augusto con assegnazioni di terre nella fertile campagna emiliana. I cognomi Faustus, Lepidus e Severa, semplici nomi da schiavi, potrebbero riflettere il carattere
dei tre personaggi.Misure
h 204; larg. 68; spess. 30
Lettere: l.l h 6; l.2 h 4,8; l.3 h 4,5; l..4 h5; l..5 h 4-4,5
Inventario
n. 6034
Bibliografia
Rebecchi 1968, p. 285, nota 9; Rebecchi 1969, pp. 267-269; Mutina 1988, II, p. 449, scheda ’ MOU 340 (N. Giordani); Mutina 2001, rinvenimento 340.
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