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dei (Arte e Civiltà romana; Rebecchi 1988; Rebecchi 1989; Ortalli 1997).

La diffusione della monumentalità nell’architettura funeraria si coglie in Regione a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. Il momento politico, di transizione tra la repubblica e l’impero, vede l’affermarsi di nuove forze sociali accanto a quelle della vecchia aristocrazia municipale: personaggi della classe imprenditoriale, spesso liberti, e militari in congedo. I mutamenti nell’assetto socio— economico si riflettono anche nell’ideologia funeraria e si manifestano nel passaggio da una concezione strettamente privata al diffondersi del desiderio di autocelebrazione. La creazione architettonica che meglio corrisponde alle nuove concezioni è quella espressa nei monumenti a edicola cuspidata. L’edificio, raramente agibile all’interno, si sviluppa seguendo una concezione ascensionale dal basamento quadrangolare ad un corpo mediano, che occupa la cella templare, fino al coronamento a cuspide piramidale. Il modello architettonico di riferimento, felicemente espresso nel monumento di Mausolo di Alicarnasso, ha origine in Asia Minore, nella tarda classicità e nell’ellenismo. Viene elaborato in ambito italico e giunge al mondo romano, affermandosi nella capitale tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. L’ampia diffusione nella Cisalpina orientale di questa tipologia architettonica lascia supporre una ricezione diretta del modello dal mondo ellenistico (Ortalli 1997).

Disegno ricostruttivo di un monumento a
corpo cilindrico.
Nel tardo I secolo a.C. si diffondono anche i monumenti a dado realizzati nella forme architettoniche di maggiore impegno, che richiamano il modello templare, e in quelle minori ad altare. L’elemento decorativo che compare abitualmente in questa classe di monumenti è il fregio dorico con bucrani, ben rappresentato tra i materiali modenesi provenienti dalle località Bruciata ed Albareto e da Castelfranco Emilia, questi ultimi conservati nel Museo Lapidario Estense. L’altare di Publius Clodius rappresenta nella stilizzazione estrema del fregio dorico, relegato nel retro, difforme dall’elegante tralcio vegetale presente sulla fronte e sui fianchi, un caso di transizione verso nuove soluzioni decorative, diffuse in età post— augustea, sulla suggestione dell’Ara Pacis.

Un’altra classe monumentale, quella dei sepolcri a corpo cilindrico, che richiama concettualmente le sepolture a tumulo di età arcaica, ebbe la massima diffusione in Cisalpina in età giulio-claudia, seguendo il modello del mausoleo di Augusto, eretto nel 27 a.C.

Le stele funerarie rappresentano il segnacolo più diffuso e tipologicamente più vario. La forma e la decorazione architettonica richiamano frequentemente la fronte templare. Le stele a pseudoedicola con nicchie entro le quali si affacciano i busti-ritratto emulano, con architetture non funzionali, i monumenti a edicola cuspidata. Le rea-


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