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necropoli riferibile al percorso Mutina-Colicaria-Hostilia-Verona. Da qui provengono alcuni rinvenimenti cinquecenteschi ricordati dal Lancellotti: una stele, due sarcofagi, fra cui quello di Sosia Herennia, databile alla fine del III secolo d.C., tombe a cassa laterizia. Poco più a Nord, nell’area dei Giardini Pubblici fu recuperato il sarcofago di Marcus Aurelius Processanus, appartenente al medesimo ambito cronologico. Lo sviluppo della necropoli lungo la direttrice Modena—Verona è meglio definito dai rinvenimenti di viale Gramsci e della zona dell’ex Mercato Bestiame, ai quali si riferiscono le stele di Caius Betilienus Silo e di Publius Seppius Faustus (n. 1), oltre al monumento a corpo cilindrico di Publius Aurarius Crassus (n. 2).
Nel XVII secolo la costruzione della Cittadella portò al rinvenimento di un tratto di selciato stradale, di alcune stele e di un leone funerario riferibili all’altro percorso della Mutina-Mantua. Questo asse partiva dal suburbio all’altezza di S. Cataldo e si sviluppava, lungo i centri di Ganaceto, Soliera, Limidi, Carpi. Alla necropoli ad esso riferita appartengono i due sarcofagi reimpiegati dalle famiglie Boschetti e Bellincini, rinvenuti forse durante la costruzione delle mura trecentesche tra corso Cavour e via Ganaceto.
Particolare del sarcofago di Bruttia Aureliane con scena di banchetto. 250-270 d.C. Modena, Museo Lapidario Estense. | Stele tardorepubblìcana di Sextus Allius rinvenuta nelle necropoli occidentale. Fine I secolo a.C. Modena, Museo Lapidario Estense. |
Nel suburbio meridionale si collocano due nuclei di rinvenimenti, di cui quello al momento meglio definito ed indagato si situa all’altezza di viale Moreali. Da questa vasta zona provengono i segnacoli delle sepolture ad incinerazione di Marcus Vettius Clarus (n. 18) e di Caius Fadius Amphio (n. 19). L’utilizzo di queste zone sepolcrali giunge fino all’età tardoantica/altomedievale, epoca nel corso della quale si riscontra nell’area urbana un mutamento nella funzionalità degli spazi (Cattani 1998; Giordani 2000). Ad una contrazione delle aree a carattere residenziale e al degrado di quelle a destinazione pubblica, evidente
negli edifici termali e nella piazza lastricata
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