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menti di via Crespellani: la stele di età antonino— severiana di Titus Vettius Primigenius, reimpiegata come copertura di una tomba a cassa laterizia e la lastra con scena figurata della strage dei Niobidi, forse destinata alla medesima funzione di reimpiego. Una conferma viene dall’attestazione di una zona a destinazione funeraria lungo viale Trento Trieste, dove sono documentate varie tipologie di sepolture databili tra il IV ed il VI/VII secolo: inumazioni plurime entro sarcofagi a cassa liscia e coperchio a tetto displuviato con acroteri angolari, inumazioni entro cassa laterizia e lignea ed in anfora. Le tombe erano distribuite a gruppi, forse pertinenti a nuclei famigliari. Gravitava nel medesimo ambito la sepoltura di guerriero longobardo della metà del VII secolo, scoperta in via Valdrighi (Gelichi 1988).

La necropoli occidentale si sviluppava dalla zona di largo S. Agostino/largo Aldo Moro e si estendeva lungo la via Aemilia, almeno fino alla zona dell’attuale Parco Ferrari, dove recentemente sono state individuate sepolture ad incinerazione. Le attestazioni più antiche, finora note, si datano alla seconda metà del I secolo a.C., epoca a cui risale la stele di Sextus Allius rinvenuta in via Castel Maraldo. Altri rinvenimenti sono localizzati nell’area di Porta S. Agostino, dove i lavori di costruzione e ripristino della cinta muraria restituirono un numero consistente di monumenti: sarcofagi, altari, stele, oltre ad una tomba alla cappuccina. Anche questa necropoli ebbe una fase d’uso protratta in epoca tardoantica. Nell’area di Palazzo Europa la stele di Marcus Pupius Rufus (n. 20) risulta riadattata quale copertura di sarcofago. Inoltre è documentato il riuso del sarcofago di Bruttia Aureliana databile al III secolo e rilavorato nel IV e di quello della famiglia Valentini di età severiana, rilavorato in epoca tetrartica. Appartengono a questa fase anche sepolture in cassa di piombo, tipologia diffusa a partire dal IV secolo. Particolari dei lati della stele di Lucius Rubrius Stabilio Primus rinvenuta in Via Emilia Est, angolo via Pelusia (n.6).

In corrispondenza del limite urbano settentrionale nuclei di sepolture concentrate all’incrocio tra via S. Giovanni del Cantone e viale Caduti in Guerra identificano un’altra area di

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