Pagina:Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena.djvu/12

Beni Archeologici con l’affiancamento del Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, ha permesso un controllo sistematico sugli interventi di trasformazione urbanistica in aree potenzialmente interessate da preesistenze archeologiche e ciò ha favorito enormemente l’avanzamento delle conoscenze e l’acquisizione di importanti resti archeologici. Fra i numerosi rinvenimenti spiccano quelli pertinenti ai monumenti funerari e alle testimonianze epigrafiche di Mutina. Sono questi resti, oltre a quelli recuperati negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, sempre provenienti dalle necropoli di Mutina e del suo territorio, a costituire il nuovo Lapidario Romano dei Musei Civici che affiancherà il Lapidario Estense, nel quale sono conservate altre importantissime testimonianze monumentali ed epigrafiche modenesi, trovate prima del 1948.

Il nuovo Lapidario, che ospita molti monumenti finora mai esposti al pubblico, presenta un allestimento organizzato per nuclei topografici pertinenti alle diverse aree di necropoli di età romana, che si estendevano lungo le principali direttrici viarie immediatamente fuori della città di Mutina. All’interno di questi raggruppamenti si è cercato, nei limiti imposti dain spazi, di aggregare i reperti per contesti di rinvenimento e per tipologie. Questa impostazione, più legata alla realtà archeologica di Mutina, si differenzia dall’attiguo Lapidario Estense che ha conservato il percorso storico così come si è venuto a costituire da Malmusi in poi, e che ospita anche resti di provenienza non modenese e testimonianze epigrafiche e monumentali anche di età medievale e rinascimentale.

Mosaico policromo scoperto nel 1934 in Vicolo Santa Maria delle Asse, databile tra la fine dei IV e il V secolo d.C., al momento della scoperta.
La porzione di mosaico venuta in luce faceva parte di un più ampio pavimento la cui estensione non doveva essere inferiore a 36 mq. Dopo le fotografie il mosaico fu reinterrato
Il nucleo più consistente del nuovo Lapidario Romano è quello della cosiddetta necropoli orientale che si estendeva lungo la via Emilia ad Est della città per la quale sono noti diversi rinvenimenti. Un primo consistente nucleo (nn. 9-11 e 14-15) fu trovato tra il 1963 e il 1964 durante la costruzione degli edifici dell’Alleanza Assicurazioni, lungo via Emilia Est, poco ad Ovest del tracciato della ferrovia Modena-Sassuolo. Questo significativo contesto è rappresentato da stele ed are funerarie e dal monumento del centurione Publius Clodius, di cui è stato possibile ricostituire parte del recinto originale.

Gli altri nuclei di rinvenimento della necropoli orientale provengono da recuperi e scavi più recenti. Un gruppo di monumenti (nn. 16-17) è venuto in luce nel 1989, all’incrocio fra via Emilia Est e via Saliceto Panaro. Si tratta di un ollario, ossia la custodia litica dell’olla che conteneva le ceneri di un defunto, e di un grande frammento decorato con finta grata, pertinente verosimilmente ad un monumento funerario ad edicola. Un altro importante nucleo di resti di monumenti funerari proviene dagli scavi preventivi effettuati nel 1998 in via

12