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DE PARADOSSI. 40

co Fiorentino trattasse gia cotesto argomento con diffuso sermone, per tanto faro qui fine al Paradosso,a lui rimettendovi, che fu nel scrivere più d'ognaltro di sua eta et accorto et eloquente

MEGLIO E L'ESSER DE

bole et mal sano, che robusto

et gagliardo.


PARADOSSO. X.


O trovo per il parere de tutti e più savi, ch'altro non fusse mai la debolezza et mala complessione de corpi nostri che una perpetua essortatrice alla santa parsimonia, et dica pur chi vuole il contrario, ch'essa fu sempre assidua sconfortatrice de vani piaceri, et singolare maestra d'humilta et di modestia. O quante volte harei fatto di gran brighe, quante volte mi sarei azuffato con alcuni satievoli et temerari, se la debolezza delle miei membra ritirato non m'havesse, et fattomi divenire al mio dispetto piacevole, et humile. Egli e behe vero ch'ella ci pare nel cominciamento di niuna soavità, et di niuna dolceza, ma certo che l'e una fedel compagna, la qual, spesso (senza tirarci li orecchi