ti affanni ne siete voi cagione? e quante cose
mostrate voi al semplice animo per turbargli la grata
sua quiete? quante lettere scritte, quanti sculpiti
motti rappresentate al cuore per riempirlo
d'amaritudine? quanti gesti, quanti movimenti
vegono gli occhi, cagione che poscia mai ne lieti
ne contenti viviamo.
Enso indubitatamente che poca fatica
havero a' persuader altrui, che
meglio sia l'esser pazzo che savio,
essendo stata gli anni passati (per
quel ch'intendo) da dui nobilissimi
ingegni con larga vena di Facondia, lodata la
pazzia. Anderò adunque solamente facendo la
scelta di quelle poche cose che da loro sono state
pretermesse, (non so però se per inavertenza, ò
pur, perche di soverchio racolto havessero.) dico
adunque ricordarmi gia di haver letto ne libri
de Filosofi, che a' voler essere in questa vita felice,
bisognava esser pazzo, il che facilmente credero
sovenendomi d'un buon'huomo, il quale era
impazzito d'una si nuova spetie di pazzia, ch'e