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I L P R I M O L I B R O

ti affanni ne siete voi cagione? e quante cose mostrate voi al semplice animo per turbargli la grata sua quiete? quante lettere scritte, quanti sculpiti motti rappresentate al cuore per riempirlo d'amaritudine? quanti gesti, quanti movimenti vegono gli occhi, cagione che poscia mai ne lieti ne contenti viviamo.


MEGLIO E'D'ESSER

pazzo, che savio.

P A R A D O S S O V.

Enso indubitatamente che poca fatica havero a' persuader altrui, che meglio sia l'esser pazzo che savio, essendo stata gli anni passati (per quel ch'intendo) da dui nobilissimi ingegni con larga vena di Facondia, lodata la pazzia. Anderò adunque solamente facendo la scelta di quelle poche cose che da loro sono state pretermesse, (non so però se per inavertenza, ò pur, perche di soverchio racolto havessero.) dico adunque ricordarmi gia di haver letto ne libri de Filosofi, che a' voler essere in questa vita felice, bisognava esser pazzo, il che facilmente credero sovenendomi d'un buon'huomo, il quale era impazzito d'una si nuova spetie di pazzia, ch'e