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D E P A R A D O S S I. |
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sta non disgreghi et distrughi, non accade per
opra de dotti fisici rimediar piu all'oftalmia, alla
dilatatione della pupilla, alla scotomia, alle
imagini, alle cataratte, all'ungula, alla perla,
alla lagrima, all'epifora, alla lippitudine, et a
molte altre infirmita che gli occhi sogliono troppo
nemichevolmente infestare, non accade stillar
piu acqua di ruta, di fenocchio, di salvia, di verbena,
di chelidonia, non fa piu mestieri l'aloe nel
vino infuso, ne meno la tutia, non s'han più di
bisogno bianchi d'uova, ne pillule lucis, meglio
e adunque l'esser ceco che illuminato, poiche il
ceco nulla vede che l'affliga et tormenti, et chi vede
ha del continuo per ogetto chi l'è cagione
d'infinita molestia, chi le procura angoscia et chi
le da materia d'acerbissimi dolori. Quanto
dispiacere crediamo noi che sia ad un viandante
vedersi traversar la strada da squallidi serpenti, da
venenosi rospi, et da mordaci ramarri, vedersi
sotto gli occhi precipitii pieni di spavento,
vedere in faccia un'inimico mortale, vedersi con la
bocca et con le mani schernire et uccellare. Non si legge
da christiani nel sacro santo Vangelo. BEATI
OCULI QUI NON VIDERUNT?
Beati gli occhi che non viddero. Certamente, se
occhi in capo, non havea, un mio caro amico, egli
non havrebbe gli anni passati con estremo suo
dolore, veduto la moglie con un pessimo adultero
abracciata. Ahi tropo curiosi occhi nostri, di quan