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D E P A R A D O S S I. 15

sta non disgreghi et distrughi, non accade per opra de dotti fisici rimediar piu all'oftalmia, alla dilatatione della pupilla, alla scotomia, alle imagini, alle cataratte, all'ungula, alla perla, alla lagrima, all'epifora, alla lippitudine, et a molte altre infirmita che gli occhi sogliono troppo nemichevolmente infestare, non accade stillar piu acqua di ruta, di fenocchio, di salvia, di verbena, di chelidonia, non fa piu mestieri l'aloe nel vino infuso, ne meno la tutia, non s'han più di bisogno bianchi d'uova, ne pillule lucis, meglio e adunque l'esser ceco che illuminato, poiche il ceco nulla vede che l'affliga et tormenti, et chi vede ha del continuo per ogetto chi l'è cagione d'infinita molestia, chi le procura angoscia et chi le da materia d'acerbissimi dolori. Quanto dispiacere crediamo noi che sia ad un viandante vedersi traversar la strada da squallidi serpenti, da venenosi rospi, et da mordaci ramarri, vedersi sotto gli occhi precipitii pieni di spavento, vedere in faccia un'inimico mortale, vedersi con la bocca et con le mani schernire et uccellare. Non si legge da christiani nel sacro santo Vangelo. BEATI OCULI QUI NON VIDERUNT? Beati gli occhi che non viddero. Certamente, se occhi in capo, non havea, un mio caro amico, egli non havrebbe gli anni passati con estremo suo dolore, veduto la moglie con un pessimo adultero abracciata. Ahi tropo curiosi occhi nostri, di quan