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D E P A R A D O S S I, |
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no a' guisa de fottiventi con gran stratio di chi li
segue vanno su et giu con la bachetina in mano,
non vidde in Sicilia que mangia catenacci che
per ogni picciola cosa contrafanno il viso di Marte
quando egli è piu forte adirato, ne tante donne
in viso mirò disposte per picciolo pretio a' far altrui
di se stesse intiera copia, che piu parole?
si dolcemente mi favellò il buon Ceco, che mi fece
venir voglia di accecare, essendomi ispesso di mala
maniera anch'io conturbato per vedere in Vinegia
nuvoli de mariuoli, in effetto credami chi è saggio,
che l'è dolor senza paragone a'veder in viso
l'indiscreto Padovano, il bestial Vicentino, il licentioso
Trivigiano, il furioso Veronese, il tenace Bresciano,
et l'inhumano Bergamasco. Veramente
egli è di necessita che l'illuminato vega infinite
cose da far per istomacaggine uscir le pietre de
muri. Mi ramento haver letto che incontrandosi
a' caso un santo huomo novellamente accecato
con Arrio principe de eretici, duolsesi della
sopragiunta cecita, a cui il sant'huomo rispose,
non accade Arrio che tene doglia et incresca
ringratiandone io di buon cuore Iddio, poscia che fatto
ceco, piu non ti veggio Eretico perfido et
disleale, sono per certo gli occhi nostri troppo male
bestie, per la qual cosa narra Giobbe d'haver
fatto co suoi occhi patto, che d'una sol donna
contenti a' niuna altra pensassero, et il Profeta
grandimenti si duole che gli occhi l'anima