ON Dubito che il titolo di
questo mio Paradosso, talmente
non isbigotisca e' lettori,
che poca credenza mi faccia
haver per l'avenire à quanto
sono per scrivere in favore de
la tanto aborrita cecita, la quale,
in vero, porta seco assai più commodi,di quelli
che l'intelletto nostro capire et la lingua possa
isprimere. Veggio io il ceco, dotato sempre
di maggior memoria per non essere dalla luce degli occhi
in varie parti disviato, la quale, di quanta
importanza pero sia, di qui, lo pò bene ciascuno
ottimamente considerare, poi che M. Tullio
nel suo Oratore la chiama tesoro et i Greci la fecero
madre della sapienza, oltre che tanti altri
per godere di si nobil senso, conoscendosi della
natural memoria privati. L'artificial s'imaginarno
con spesa di pretiosi olii, con varie lavande,
et con ceroti, et polvere di lontan paese portate.
Trovasi anchora esser il ceco di molto miglior
apprensiva, ne cio maraviglia parer ci deve
havendo egli, le potenze dell'anima, meglio
che l'illuminato raccolte et unite. e privo simil
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