loro, ma che porga anchora danno a luoghi dove
ragunar si sogliono le academie. Vadisi un
poco diligentemente cercando per tutte le città
che mantengono studi, vadisi a' Siena, a' Pisa, a'
Salerno, a' Catania, a' Padova, a' Pavia, et
vedretele tutte ò povere, ò seditiose, ò squallide, ò
calamitose, vedretele divenute partecipi della
mala sorte de litterati, Meglio è adunque l'essere
ignorante che dotto, meglio è odiare le lettere
che amarle, non si confondino, ne si
arrosischino horamai più gli ignoranti nostri, de quali
(la Dio merce) vegio infinita esser la schiera,
anzi ralegrinsi di buon cuore, Iddio ringratiandone
et aventurosa cosa reputando il non saper
nulla, Sovenga lor che Socrate all'hora fusse
dall'oracolo giudicato savio, quando confesso
di non saper cosa alcuna. Sovenga loro il detto
di Aurelio Agostino, LIEVANSI gli indotti
et rubbano il cielo, et noi con le dottrine
nostre siamo somersi nel profundo, Sovenga lor
quel che disse nela storia delli Apostoli Festo giudice
a' Paulo, che le molte lettere l'haveano fatto
dal senno uscire.