nutio, Serapione, Honofrio, Aniano, et altri infiniti,
senza colori retorici, non sapendo le discipline
matemattiche, privi de concetti metafisicali,
sfplendere in ogni luogo di santita, fiorire d'innocentia,
et di tanta virtu rilucere, che puote alcun
di loro trapportare da luogo a luogo un
monte d'ismisurata altezza. Io per me, non vego
certo, a che sieno buone le lettere da sciocchi
tanto istimate, per il governo de stati non credo
sieno giovevoli, percioche vego molte nationi senza notitia di leggi imperiali ò di peripatetica filosofia, di tal maniera governarsi, che
all'altre rimangono di gran longa superiori, anzi
vego i litterati goffi, inetti, et come cavati gli hai
da libri, esser, come il pesce tratto dall'acqua, alla
militia parimenti non crederò che servino,
havendone veduto a giorni miei piu d'un paio, li quali,
per vigor de suoi libracci, vollero formar
battaglie, indirizzar squadre, ordinare eserciti, et con
gran biasimo sempre riuscirno. Et in vero, se nelle
cose militari, nuovi accidenti acascano che scritti
non si trovano), et nuovi stratagemmi s'usano,
che da dotti registrati non furono come le diremo
noi alla militia utili? certo che bastar doverebbe
il buon giuditio congiunto con qualche
isperienza, senza volger sozzopra i scrittori dell'arte
militare, et che lettere hebbe mai Sforza
da Cotignuola ò Braccio da montone? che
litteratura hebbero Francesco Sforza, il Carmignuola,