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DE PARADOSSI 14

che à torto l'havesse in odio, poi che ritrovati si sono molti altri di chiaro intelletto, qual fu Licinio imperadore, Valentiniano, Eraclide Litio, et Filonide Melitense, li quali chiamarno le lettere, hor publica peste, et hora publico veneno. silla anchora et Nerone grandimenti si duolsero di haverle apprese, ma piu d'ogn'altro, il profeta David parmi haver mostrato il gran bene che dall'essere ignorante ne risulta, cosi ne suoi divini versi dicendo, QUONIAM NON COGNOVI LITERATURAM INTROIBO IN POTENTIAS DOMINI MEMORABOR IUSTITIAE TUAE SÖLIUS. cioè, perche non ho saputo lettere, goderò delle grandezze d'Iddio ricordevole della sua giustitia. Trovo di più, nelle scriture sacre, che chi aggiugne scientia, aggiugne dolore, et nel molto sapere, molto sdegno ritrovarsi. Certissima cosa è che tutte L'eresie tanto antiche, quanto moderne, sono dalli dotti nate da gli indotti, sempre ho veduto espresssi indicii de buoni esempii et virtuose opere, di maniera, ch'io non posso se non lodare una vecchia usanza d'alcuni popoli Italiani, li quali per publico editto pria che i lor consigli si congreghino, gridasi fuori, fuori i litteruti et quelli insieme, che sono di mediocre senno: per questi, intendendo è Notai, Cancellieri et altri simili. Lodo similmente i signori Luchesi, li quali prudentemente fecero già un decreto che niuno che