desimo fecero anchora nella primitiva Chiesa,
molte savie verginelle, delle quali fassi percio
da buoni Christiani si gloriosa mentione, non farebbono
gia cosi le femine de nostri tempi, anzi
havendogli Iddio fatto si bella gratia d'esser brutte,
esse proccacciano con peregrine foggie, con biacca,
con lisci, con olii, con pezzuole, spelandosi,
strisciandosi, fruttandosi, d'apparer belle, et che nasce
poi finalmente da questa tanta industria? non
altro certo, che peccato, morte, et ira d'Iddio:
Vadisi adunque et la momentana bellezza disidrisi
(se lo merita) che a me pare più tosto da fuggir,
che da seguire, conciosia che dalla bellezza
nasce l'orgoglio, germoglia l'alterezza, et con
altere corna ne sorge la soperbia. Io per me, da
che incomincia a saper distinguere la verita dalla
bugia, fui sempre di questo parete, che piu fussero
da prezzare le donne brutte, che le belle, ne
senza ragione il dico, perche le brutte sono piu
caste, piu humili, piu ingegnose et hanno maggior
gratia, le belle piu altiere, meno stabili, et de modi
piu schifi: piene di losenghe et di smancerie.
meglio e adunque l'esser brutto che bello, niuno
me lo nieghi, et niuno a questo mi s contrapunga,
che lo faro bugiardo rimanere col testimonio
di Socrate, il qual diceva, che la bellezza era un
tiranno di picciol tempo, col testimonio di Teofrasto
che scritto ci lascio non altro essere la belta
che un tacito inganno, et se questo non gli sia