tano di non essere belli, facendone di ciò con la
natura asprissime querele, et cercando di abellirsi
con tanta diligentia et con si fervente studio, senza
perdonare a' spesa, et senza risparmiare fatica. Deh
dicammi questi tanto studiosi della fragil bellezza,
se la natura madre discretissima dette lor
quel che giova a che dolersi se ella non gli ha datto
quel che diletta, et si vanamente aggradisce?
Essa non da a suoi amici, cosa che le infirmita possano
agevolmente distruggere et la vecchiaia
repentinamente rubbare, conciosa che la vera liberalita
si conosca dalla fermezza et longa stabilita
del dono. Molti invero ne fece la bellezza adulteri,
et mai (per quanto io sappia) alcuno non ne
fece casto, molti ne trasse a gravi pericoli, et quasi
tutti al peccare precipitosamente condusse, et
se non mi ratenesse l'esempio di uno Hippolito,
et dun Gioseppe, detto lo havrei forse senza alcuna
eccettione. Furono già et al presente anchora
sono molto studiosi di Castita, li quali apertamente
confessano, che non potendo ne per longhe
vigilie, ne per accerbe discipline, ne per assidui digiuni,
domare gli incentivi della carne, et rafreddare
i suoi riscaldamenti, havergli immantenente domati
et rafreddati sol col vedere una brutta figura,
la onde, ne vive anchora una consuetudine,
che volendo dir, che una femina sia brutta dicasi
egli è un rimedio et una ricetta contra lussuria.
O' brutezza adunque santa, amica di castita
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