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DE PARADOSSI, 104

antichi nostri di noi piu accorti nel intendere, et savi nel giudicare, non lo stimassero molto, mirate quel che ne disse Messalla Corvino, et quel che ne giudicarno Bruto et Calvo, mirate il giuditio che di lui fece poscia Cor. Tacito comparandolo con certi retoricuzzi di poca fama, et a quelli giudicandolo anchora di gran longa inferiore. Tutti gli huomini di senno maturo, in qualunque secolo dissero sempre ch'egli non valesse nulla nell'arte oratoria, testimonio po di ciò essere la sua retorica, della quale non si vidde mai la piu fredda cosa, testimonio ne possono essere le sue orationi, nelle quali, e piu che il dovere non consente, prolisso, ispetialmente ne periodi, rade volte si lieva in alto, di rado anchora si riscalda, non camina l'oration sua ben ristretta, egli è lo piu delle volte superfluo, non argomenta vivacemente, ne convenevolmente colloca gli argomenti suoi, spesso si vede otioso, et vano, fuor di proposito il piu delle volte scorrendo, vado quanto posso ratenuto, per haverlo già altre fiate assai ben flagellato, ne mi giovo mai di ripettere cose per il passato dette, et cosi ne anche diro della sua vita, come egli fusse scandaloso, lussurioso, crudele, avaro, et amutinatore, il che fugli piu volte detto in sul viso, non ne parlero dico punto, per haverne gia nel mio Dialogo Latino detto, se non quanto dovea et poteva, almeno quanto po bastare per avertir il mondo al non esser co