me, et difidera l'eccettione, dove la non poteva
in alcun modo cadere, et forse ch'egli non ne prese
consiglio con un giuditioso huomo, con un polito
ingegno, conciosia che anchora che in qualche
luogo dell'opere sue n'habbi honoratamente
parlato, poi che Dionifio lo lascio di lui facendosi
beffe et scherno havendo pur assai per tempo
conosciuto la vanita del suo cervello, incominciollo
a biasimare, et per ignorante et leggiero
reputare, confessando d'haver assai guadagnato
havendo perduto sua conversatione, soggiugne
poi tuttavia scusandosi, et fa un'altro
maggior fallo, dicendo, che quantunque sapesse
che Tene, Alifena, et Tritia stessero fra terra,
haver non dimeno creduto ch'elle fussero di nuovo
edificate, conciosia che Homero nella rasegna
delle navi non ne faccia mentione, quasi che le navi
si facessero per uso delle citta, che sono dentro
a terra, o che Homero havesse tolto l'assunto di
discrivere altro che le navi mandate dalli habitatori
di Gretia verso il mare? et aggiugnendo errore
a errore, dice che la Grammatica l'ha ingannato,
facendo certe sue sciocche dirivationi, quali
lascio vedere a chi non sia tanto stomacato della
sua lettione quanto sono io di presente. Ma
quel che recitero hora non potendosi in verun
modo scusare, confessalo non senza suo gran vituperio
et scrivendo ad Attico cosi dice, Bruto
mi ha rifferito in nome di T. Ligario che se nella