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IL SECONDO LIBRO

so da Attico, si scusa dicendo, Io detti credenza alle tavole di Dicearco huomo dal tuo giuditio approvato, qui prego io qualunque leggera lo presente Paradosso, averta non solo alla negligentia di questa (che far non posso ch'io non dica bestia) ma anchora all'ignorantia sua conciosia che diffendendosi con l'haver creduto a Dicearco, reciti le parole per le qua si mosse à credere si grande sciochezza come sarebbe à dire che in tutta la morea paese grandissimo, non vi fussero città salvo che sul mare, sendovi infiniti altri ottimi luoghi, cosi adunque dice Tullio. Narrando Dicearco la Trofoniana di Carone riprende gli Greci in questo, che seguitassero tanto il mare, non eccettuando luogo alcuno, et anchora che mi piacesse l'autore, per esser grandissimo istorico, et haver longamente vissuto nel Peloponesso, tuttavia mene maravigliava et apena confidandomene lo communicai con Dionisio, il qual da prima stette sopra di se, poi havendo non men buona openione di Dicearco che tu di C. Vestorio et io di M. Cluvio, non feci dubbio che non fusse da dargli fede. O ignorantia incredibile, deh leggete attentamente il bestial discorso che fa questo buon'huomo, Dicearco si maraviglia che gli Greci habitassero piu al mare, che fra terra, et questo diligente inquisitore, questo si buono intenditore, subito fa la sua precipitosa conchiusione, che non havessero salvo che citta mariti/