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D E P A R A D O S S I, 7

do in Aritia et veggendo l'ismisurata altezza di quelle viti , disse sorridendo, che meritamente pendeva la madre da cosi alta croce, partorendo s maligno et pestifero figliuolo come era il vino . Debbonsi disiderare le ricchezze per haver vileggiando le mandrie de grassi armenti: per possedere è cortili pieni de polli, per nudrir collumbi, tortorelle, ò vero per pascere il bel pavone: non credo io, percioche sarebbe una espressa sciochezza, sono forse altra cosa gli armenti che esca de lupi et rapina de per prii guardiani? et il rallegrarsi di si fatte cose non s puo meritamente dir che sia una allegrezza bestiale essendo pel mezo delle bestie causata? cosi anche altro non conosco essere è polli che preda de frodolenti volpi , cibo d'ingordi uccellaci, ruuina de cortili,et distrugimento de granai. Oh quanto è maggior la molestia loro di quel che imaginare si possa buono Iddio, per un'uovo, quanto strepito quanto gridore si sente, et è pur una cosa non sol minuta ma di qualità, anchor maligna, impoche fresco, pel testimonio di Galeno, et della istesa isperienza volge sozzopra il stomaco, et non fresco lo contamina et distruge. Che dirò delle tortore il cui pianto da si gran noia à chi lo ascolta, et la cui carne sveglia il concupiscibile appetito à ne mangia? Che dirò similmente de columbi non mai del beccar stanchi, perturbatori et della diurna et della noturna quiete, contaminatori