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IL SECONDO LIBRO

stinatione congiunta col libero arbitrio, et cosi lasciavano il santo Vangelo, abandonavano la Bibbia per attendere a sogni di questo babuasso, sopragiunse poi M. Lutero senza favore di Aristotele, senza soccorso delle formalita di Scoto, solo armato delle scritture sante à suo modo intese, et volse in fuga tutti quelli reverendi theologi Aristotelici, di Lipsia, di Lovanio, et di Colonia, facendoli ravedere quanto sia gran fallo lasciar il grano, per mangiare delle giande. Fu costui per l'oscurita sua detto sepia, percioche si come la sepia sparge non so che di tintura sotto il ventre raccolta, per non lasciarsi prendere da pescatori, cosi questo valente filosofo, per non lasciarsi intendere, s'e tutto involto nelle tenebre dell'ignorantia, nella quale fidandosi, scrisse ad Alessandro, non si pigliasse dispiacere, se publicato havea i libri della Fisica, percioche intendere non gli potrebbe chi dalla sua propria bocca udito non gli havesse. Credo certamente che ne anchora egli l'intendesse, per esser confusi, et rapezzati da vari scritti de antichi Creci. Hor su conchiudiamo tosto il fatto nostro, ne consumiamo horamai piu carte in parlare della poca dottrina c'hebbe si famoso filosofo, ne de suoi mali costumi, li quali talmente in Atene si scuopersero, che se egli non sene fuggiva, era ignominiosamente con ogni sorte de supplitii levato dal mondo, et cosi disperato fuggi in Calcide, dove un gior