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DE PARADOSSI, 96

con la sferza, rispetto a gli altri quai fece parlando della proportione delli elementi, raginando del circolo latteo, disputando dell'arco celeste, scrivendo del numero de corpi che riempiono luogo, et trattando nella sua loica della dimostratione ove biasma la dimostratione circolare, et poi nella sua perfetta dimostratione vuole che le premisse sieno convertibili, di modo che forza sarà o che nulla s'impari di questa tal dimostratione, o che circolare divenga. Finalmente quest'arca di scientia, quasi in ogni parte delle opere da lui fatte, con matemattiche dimostrationi riprovarsi potrebbe, et noi pazzarelli l'adoriamo come un idolo, et alle sue diterminationi, come a responso di oracolo chiude ogn'uno la bocca, e possibile, o dotto Simon Portio che col tuo bellissimo ingegno non habbi penetrato mai si avanti, c'habbi conosciuto che questo tuo tanto familiare Aristotele, fusse un bue? hai tu deliberato di morire in cosi fatti studi? deh volge altrove l'animo, ne consentire che il testimonio tuo gli dia piu autorita di quello che sin'hora dato le ha, che pur troppo e stata. Sempre (mi credo io) saremo fanciulli, mai da si longo sonno ci risvegliaremo, patiremo sempre che questo mostro sega pro tribunali l'e pur gran cosa che alcun non apparisca a si dotti tempi che ne lo scacci, et facciane ravedere et della cecita nostra, et delle sue molte inettie. Scrisse il tristo, nel settimo de suoi morali et a Nicoma/