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IL SECONDO LIBRO

delli Elevati di Ferrara, che con loro acuti componimenti qualche gran scorno non mi facciano sentire, ne minor spavento mi sento haver nel petto, di quella di Milano, nuovamente per opra del signor Renato Trivulzo fondata, so ben io quanto disidrino di Bocaccievolmente favellare so che ne anche ociosa starassi l'academia di Bologna, che almeno con dui fonettuzzi, et quattro ballatette contra di me non garrischi, et molto piu la temerei se uscito non ne fusse il gentilissimo signor Urbano Vigero con l'acuto Strozza, et troppo che fare mi darebbe quella di Modena se rivolto non havesse i studi suoi alla intelligentia delle divine scritture, ma che faro io adunque contra si possenti nemici? con quali arme diffenderommi da lor duri colpi? parmi gia di vedere le cataste di sattire contra di me rabiosamente scritte. Teransi anchor offesi tutti e Fiorentini, anzi tutti è Toscani maravigliandosi che un Scimonito Longobardo osi dir male d'un scrittor Toscano c'hebbe nel dir tanta felicita, ma io mi confidero nella istessa verita, poco curandomi che mi si dia pel capo del prosuntuoso o dell'ignorante. Dico adunque non poter in alcun modo esser il Boccacio di quella eccellentia che altrui si ha sin'a questa hora creduto, ne ben poter volgarmente scrivere non sapendo esso lettere ne Greche, ne Latine, maravigliaransi per aventura molti udendomi dire ch'egli non sapesse lette