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non sieno degne d'esser lette, ispetial/ |
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Rande impresa per certo è
quella c'hora intraprendo à
voler mostrare, che il Bocaccio
tenuto da ciascuno prosator
si dolce et si facondo
non sapesse scrivere, et che
l'opere sue non meritino
esser da studiosi lette, aspetto indubitatamente che
l'academia delli infiammati di Padova, incominci
à far grave tumulto, et aguzzar le penne contra
di me, con si gran furore che appena l'autorita
del gentilissimo messer Sperone, aitata dal favore
del divino messer Pietro Aretino, quai certo
sono che dal mio parer non discordano, mi
potrano diffendere. Aspetto indubitatamente che
gli intronati di Siena mi muovino aspra guerra
(come se peccato havesse contra la divinita,) ma
di tutti questi (quantunque nobili et eruditi
academici) poca cura mi prenderei se d'altronde non
mi havesse anchora à venire impetuoso assalto.
Temo grandimenti e Balordi di Lucca, che de
casi miei non faccino qualche comedia, impallidisco
per e Sordi di Pisa, et hò una strema paura